http://www.youtube.com/watch?v=904zqHhwxVs
L'erba
del vicino, si sa, è sempre più verde, almeno ai nostri occhi
quando abbiamo impostato sull' “on” la modalità
“NonMiVaBeneNienteDellaMiaVita”, per svariate ragioni (o
frustrazioni) ci frullano talmente tanto che potremmo far girare per
giorni da soli il parco eolico di Roscoe e il broncio di
Shirley Temple in confronto al nostro mood è roba da dilettanti
allo sbaraglio (situazione che – scusate la puntualizzazione –
non capita solo a noi donne, cinque giorni al mese). E allora, in
quei momenti, degli altri, paragonandolo con quello che abbiamo noi,
ci sembra perfetto tutto, dal look al carattere, dal marito / moglie
alla casa, passando per il lavoro e persino le rogne.
Fermiamoci
al penultimo punto.
Di
mestieri al limite del pulp (vi ricordate delle invereconde eredi siniche di Candy Candy?) abbiamo già parlato. Ma che dire di
quelli che fino a cinque anni fa neppure esistevano e che
recentemente si sono con successo imposti sul mercato?
Secondo
uno studio del sito di networking professionale LinkedIn, dopo aver
analizzato circa 260 milioni di curricula presenti sulla sua
piattaforma, queste sono le nuove figure professionali oggi più
richieste dalle aziende: gli specialisti di cloud computing e
di marketing digitale, gli scientist data (cioè, come
spiega il sito web del Corriere, gli statistici capaci di programmare
e creare gli strumenti software che utilizzeranno per analizzare i
dati), i programmatori Ios e Android.
Già
dopo aver letto le prime righe di questa ricerca, mi rendo conto di
aver sviluppato la stessa espressione perplessa che mia nonna Wanda
vent'anni fa mi aveva regalato quando, tutta gaudiosa, le avevo
comunicato che “da grande” avrei fatto la filologa: ricordo che è
rimasta per minuti a fissarmi a punto interrogativo, senza sapere se
esserne fiera o se fosse necessario un rimprovero.
Ma
non è finita qui.
Stando
a quanto scrive Le Figaro, richiestissimi sono anche gli istruttori
di zumba (avete presente quel fitness di
gruppo, ideato dal ballerino colombiano Alberto “Beto” Perez a
fine anni Novanta, che mixa i movimenti afro-caraibici con quelli
tradizionali dell'aerobica?), la cui presenza sul citato sito di
networking nell'ultimo quinquennio è aumentata del 396%, e i
beachbody coach,
ovvero gli “istruttori per avere un fisico da spiaggia” che
tengono lezioni private di fitness ed assicurano – ovviamente solo
dopo aver compiuto immani fatiche ed aver rispettato sofferte
privazioni culinarie – un fisico da urlo (sulla piattaforma
LinkedIn la loro presenza è aumentata addirittura di oltre il
3000%).
Ora,
avrà un bell'insistere il caro Goethe
nel suo Faust sul
potere attrattivo del nuovo (Nur Neuigkeiten
ziehn uns an – Piace soltanto quel che è
nuovo) ed io potrò anche essere démodé, poco (o nulla) al passo
con le nuove tendenze impiegatizie, ma, in questo caso, all'erba del
vicino, preferisco la mia, anche se meno verde.
D'altronde
mi aveva già messa in guardia John Steinbeck:
“La professione di scrivere libri fa apparire le corse dei cavalli
un'attività solida, stabile”.