C'è
una canzone degli U2 che dice
«When
I was all messed up,
[...]
your love was a light bulb,
hanging
over my bed».
Questo
post è per te, Rose,
che
da
nove anni
illumini la mia strada.
Grazie
per
aver reso la mia vita migliore!
L'altro
giorno dal parrucchiere, sfogliando distrattamente un giornale
altamente culturale
(!), mi sono imbattuta in un articolo nel quale – prendendo spunto
da una dichiarazione di Cristiana
Capotondi
– si dissertava di prove d'amore.
L'attrice
trentatreenne raccontava di aver rinunciato per un anno al sesso su
richiesta del fidanzato Andrea
Pezzi,
precisando che proprio grazie alla forzata castità ha imparato a
vivere meglio il rapporto di coppia.
Nei
restanti 35 capoversi dell'articolo sessuologi, psicologi, sociologi
e svariati altri “-ologi” competenti (o pseudo tali) in materia
si sono scervellati nel tentativo di dare una spiegazione al
fenomeno,
che a quanto pare è
in crescita,
arrivando a questa conclusione: secondo gli ultimi dati Istat, in
Italia ci sono circa 86.000
matrimoni
l'anno, numero in sensibile calo a differenza di quanto capita per i
divorzi,
che crescono esponenzialmente, arrivando a superare quota 55.000.
E nella stragrande maggioranza dei casi, qual'è il motivo della
rottura? L'impossibilità di accontentare le aspettative del partner.
L'incapacità di chiamarsi fuori in tempo utile da una dinamica
malata, fatta di obblighi e ricatti, che ha il suo punto di partenza
proprio nella “prova
d'amore estrema”.
Tralasciando
il fatto che già solo l'imposizione di qualcosa o la richiesta di
una “prova” mi sembra alquanto antitetico con il concetto di
“amore” (e non c'è bisogno di essere Freud per arrivarci) e che
se proprio vogliamo utilizzare i due termini insieme bisogna saperli
inserire in frasi di sublime poeticità come lo sono i versi di
Vivian Lamarque – “Con un filo d'oro la vorrei legare a me. Poi,
come prova d'amore, la vorrei per sempre liberare” – ciò che mi
lascia alquanto stranita è il tono allarmistico usato da un
team di ricercatori della Clemson University secondo cui il partner
(nove su dieci di sesso femminile), fatto su come una magnolia alla
richiesta “Se mi ami, fallo” (astenersi perditempo che ironizzino
sull'imperativo testé usato!), entra in una spirale di manipolazione
e sudditanza.
Nenooo
nenooo nenooo
(suono onomatopeico di sirene)!!!
Porca
misera
– mi son detta – qui
la cosa si fa seria!
Al
che ne ho voluto sapere qualcosa in più di questo sedicente
pestilenziale
flagello
delle relazioni amorose nel ventunesimo secolo.
Così,
snapando qua e là, ho scoperto che la Capotondi è in buona
compagnia.
Anzi,
a ben vedere c'è pure chi sta messa peggio.
Eva
Clesis, ad esempio, fino a qualche tempo fa se le girava di mettersi
una collana o un orecchino, doveva portare solo i gioielli
appartenuti alla moglie
defunta
del suo compagno, Nancy Fetherstone e il marito Donald da più di
trent'anni indossano gli
stessi vestiti
(«In un'epoca di completa assenza di valori e in cui impera
l'individualismo, come questa che stiamo vivendo – sostengono gli
interessati – sfoggiare tutti i santi giorni magliette e calzoni
dello stesso colore è un modo per mostrare a tutti il nostro
amore»... ah
be', contenti loro!)
mentre Martina Emisfero per un ex ha rivoluzionato la sua dieta
diventando vegana
e Carlotta Chiari si immerge tra i
pescecani
per amore di Filippo, appassionato subacqueo.
«Tütt
cine!»
avrebbe icasticamente commentato la mia saggia nonna Wanda.
Posto
che ognuno è libero di pensarla e comportarsi come meglio crede, a
me – che sono cresciuta circondata da esempi di rapporti coniugali
molto sobri, pragmatici ed estremamente solidi – leggere di questi
eccessi, viene davvero da ridere.
Mi
sembrano solo delle gran cazzabubbolate.
Già...
perché se proprio vogliamo usare i termini “prova” e “amore”
nella stessa frase, è molto più corretto parlare di “prove IN
amore” piuttosto che “DI
amore” e qui la faccenda è un bel po' diversa. Perché in una
storia vera si è chiamati quotidianamente a superarne dando ogni
santo giorno dei piccoli,
grandi saggi del sentimento che diciamo di provare,
ora sopportando le lune o un momento di malumore del partner, ora
supportandone le debolezze, ora tollerando un suo difetto, ora
morsicandosi la lingua per evitare di mandarlo/la a cagare... e
potrei andare avanti per venti post a elencare una dettagliata
casistica.
Magari
sono esempi meno estremi, meno pericolosi, meno plateali ma dal mio
punto di vista più faticosi e significativi (che poi, a ben vedere,
quelle stesse cose – che fatte per chiunque altro costerebbero
sforzi immensi – fatte per Lui / Lei non dico che sembrano una
passeggiata ma comunque non pesano come macigni!).
Morale
della favola, vestitevi e mangiate come vi pare, praticate o meno
l'astinenza da ciò che volete, fatevi tatuare il nome dell'amato
come Melissa
Satta
per il suo Kevin
Prince
o regalategli un'isola a forma di cuore come Angelina
a Brad
oppure – sempre per restare in tema di scelte misurate –
affittate l'intera Disneyland
solo per portarlo a un party privato nel castello della Bella
Addormentata
su una zucca trainata da cavalli
banchi
come Mariah
Carey e Nick Cannon,
insomma chiedete o date le prove d'amore che vi pare se questo vi fa
vivere con più serenità un rapporto ma ogni tanto fermatevi a
ripercorrere mentalmente la vostra relazione e se dopo cinque, venti,
cinquanta o-quanti-sono anni sareste disposti senza remore a
ricominciare
tutto daccapo,
nella buona e nella cattiva sorte, è questa la garanzia che andavate
cercando!