giovedì 29 maggio 2014

PROVE D'AMORE. PROVE IN AMORE



C'è una canzone degli U2 che dice
«When I was all messed up,
[...] your love was a light bulb,
hanging over my bed».
Questo post è per te, Rose,
che da nove anni illumini la mia strada.
Grazie
per aver reso la mia vita migliore!


L'altro giorno dal parrucchiere, sfogliando distrattamente un giornale altamente culturale (!), mi sono imbattuta in un articolo nel quale – prendendo spunto da una dichiarazione di Cristiana Capotondi – si dissertava di prove d'amore.
L'attrice trentatreenne raccontava di aver rinunciato per un anno al sesso su richiesta del fidanzato Andrea Pezzi, precisando che proprio grazie alla forzata castità ha imparato a vivere meglio il rapporto di coppia.
Nei restanti 35 capoversi dell'articolo sessuologi, psicologi, sociologi e svariati altri “-ologi” competenti (o pseudo tali) in materia si sono scervellati nel tentativo di dare una spiegazione al fenomeno, che a quanto pare è in crescita, arrivando a questa conclusione: secondo gli ultimi dati Istat, in Italia ci sono circa 86.000 matrimoni l'anno, numero in sensibile calo a differenza di quanto capita per i divorzi, che crescono esponenzialmente, arrivando a superare quota 55.000. E nella stragrande maggioranza dei casi, qual'è il motivo della rottura? L'impossibilità di accontentare le aspettative del partner. L'incapacità di chiamarsi fuori in tempo utile da una dinamica malata, fatta di obblighi e ricatti, che ha il suo punto di partenza proprio nella “prova d'amore estrema”.
Tralasciando il fatto che già solo l'imposizione di qualcosa o la richiesta di una “prova” mi sembra alquanto antitetico con il concetto di “amore” (e non c'è bisogno di essere Freud per arrivarci) e che se proprio vogliamo utilizzare i due termini insieme bisogna saperli inserire in frasi di sublime poeticità come lo sono i versi di Vivian Lamarque – “Con un filo d'oro la vorrei legare a me. Poi, come prova d'amore, la vorrei per sempre liberare” – ciò che mi lascia alquanto stranita è il tono allarmistico usato da un team di ricercatori della Clemson University secondo cui il partner (nove su dieci di sesso femminile), fatto su come una magnolia alla richiesta “Se mi ami, fallo” (astenersi perditempo che ironizzino sull'imperativo testé usato!), entra in una spirale di manipolazione e sudditanza.
Nenooo nenooo nenooo (suono onomatopeico di sirene)!!!
Porca misera – mi son detta – qui la cosa si fa seria!

 
Al che ne ho voluto sapere qualcosa in più di questo sedicente pestilenziale flagello delle relazioni amorose nel ventunesimo secolo.
Così, snapando qua e là, ho scoperto che la Capotondi è in buona compagnia.
Anzi, a ben vedere c'è pure chi sta messa peggio.
Eva Clesis, ad esempio, fino a qualche tempo fa se le girava di mettersi una collana o un orecchino, doveva portare solo i gioielli appartenuti alla moglie defunta del suo compagno, Nancy Fetherstone e il marito Donald da più di trent'anni indossano gli stessi vestiti («In un'epoca di completa assenza di valori e in cui impera l'individualismo, come questa che stiamo vivendo – sostengono gli interessati – sfoggiare tutti i santi giorni magliette e calzoni dello stesso colore è un modo per mostrare a tutti il nostro amore»... ah be', contenti loro!) mentre Martina Emisfero per un ex ha rivoluzionato la sua dieta diventando vegana e Carlotta Chiari si immerge tra i pescecani per amore di Filippo, appassionato subacqueo.
«Tütt cine!» avrebbe icasticamente commentato la mia saggia nonna Wanda.
Posto che ognuno è libero di pensarla e comportarsi come meglio crede, a me – che sono cresciuta circondata da esempi di rapporti coniugali molto sobri, pragmatici ed estremamente solidi – leggere di questi eccessi, viene davvero da ridere.
Mi sembrano solo delle gran cazzabubbolate.
Già... perché se proprio vogliamo usare i termini “prova” e “amore” nella stessa frase, è molto più corretto parlare di “prove IN amore” piuttosto che “DI amore” e qui la faccenda è un bel po' diversa. Perché in una storia vera si è chiamati quotidianamente a superarne dando ogni santo giorno dei piccoli, grandi saggi del sentimento che diciamo di provare, ora sopportando le lune o un momento di malumore del partner, ora supportandone le debolezze, ora tollerando un suo difetto, ora morsicandosi la lingua per evitare di mandarlo/la a cagare... e potrei andare avanti per venti post a elencare una dettagliata casistica.
Magari sono esempi meno estremi, meno pericolosi, meno plateali ma dal mio punto di vista più faticosi e significativi (che poi, a ben vedere, quelle stesse cose – che fatte per chiunque altro costerebbero sforzi immensi – fatte per Lui / Lei non dico che sembrano una passeggiata ma comunque non pesano come macigni!).
Morale della favola, vestitevi e mangiate come vi pare, praticate o meno l'astinenza da ciò che volete, fatevi tatuare il nome dell'amato come Melissa Satta per il suo Kevin Prince o regalategli un'isola a forma di cuore come Angelina a Brad oppure – sempre per restare in tema di scelte misurate – affittate l'intera Disneyland solo per portarlo a un party privato nel castello della Bella Addormentata su una zucca trainata da cavalli banchi come Mariah Carey e Nick Cannon, insomma chiedete o date le prove d'amore che vi pare se questo vi fa vivere con più serenità un rapporto ma ogni tanto fermatevi a ripercorrere mentalmente la vostra relazione e se dopo cinque, venti, cinquanta o-quanti-sono anni sareste disposti senza remore a ricominciare tutto daccapo, nella buona e nella cattiva sorte, è questa la garanzia che andavate cercando!