Non
che ignorare la genesi del post sia una cosa che vi tolga il sonno,
ma l'episodio cui ho assistito stamattina è divertente e di già che
ci sono vi racconto come è nata questa divagazione.
Ai
giardinetti. Cielo terso, neanche una nuvola (notazione non da poco
dato che sono tipo due mesi che non c'è una giornata del genere).
Una
mamma cerca di convincere il figlioletto a giocare al sole,
mitragliandolo a raffica con motivazioni di discutibile efficacia
persuasiva.
«Tommy,
non stare sotto l'albero... vieni qui (e
intanto ravana nella borsa alla ricerca di un flaconcino di crema
solare)»
In
risposta: un grugnito di disappunto.
«Tommy,
spostati al sole ti ho detto.... non lo sai che fa venire il buon
umore?»
Risposta:
come sopra.
«Dai
Tommy: il sole ti rafforza le ossa e ti fa crescere grande grande...
muoviti»
Tommy
simula un avvicinamento ma poi si accomoda ancora più lontano dal
cono di luce che investe la figura materna e con un plateale segno di
noncuranza le volta le spalle.
Tentando
il tutto per tutto, la mamma se ne esce con un accorato: «Eddai
Tommy, il sole bacia i belli!»
«Ma
cosa dici, mamma? – replica il nanetto con tono risentito – Il
sole bacia i brutti perché i belli li bacian tutti»
Questo
il pensiero estetico di Tommy, quattro anni malcontati.
Nell'assistere
a questa scenetta mi è venuto in mente un articolo che ho letto di
recente sulla figlia degli attori Bruce Willis e Demi Moore,
Tallulah.
La
ragazza, vent'anni, ha sofferto di una patologia chiamata
dismorfofobia cioè è
cresciuta vedendosi un mostro, sindrome che ai giorni nostri colpisce
una percentuale in sensibile aumento di adolescenti.
Un'ora
dopo al supermercato mi supera con malcelato scazzo (presumo a causa
del parcheggio in doppia fila del mio carrello) una tipa sui
trent'anni, diversamente alta, sopracciglia alla Peo Pericoli,
sulla fronte uno showroom di brufoli, che con un caschetto
rosso arancio stile Vanna Marchi in testa e in una mise da velina
(ma della velina aveva giusto gli shorts e il top dacché Madre
Natura non l'aveva dotata di un fisico ineccepibile, laddove per
“fisico stile velina” una intenda gambe toniche, zero
cellulite, caviglie strette, ventre piatto, tette q.b., culetto
scultoreo e via dicendo), distribuiva a destra e a manca sorrisetti
ammiccanti con una strafottenza caritatevole. Immaginate una via di
mezzo tra papa Francesco che saluta i fedeli con un cenno della mano
e un vincitore a caso del Grande Fratello quando esce dalla casa.
Ecco,
immaginate questa via di mezzo nella versione trash.
Una
esegesi dei due episodi mi ha tenuta occupata per tutto il viaggio di
ritorno a casa.
Quindi,
ricapitolando si può dire che al di sotto delle due macro
distinzioni fra gli oggettivamente BELLI
e gli oggettivamente BRUTTI esistono:
quelli
che si sentono di una bruttezza pirotecnica ma che in realtà
rasentano la perfezione
quelli
che si credono dei fighi imperiali ma che invece sono dei cessi che
non si possono guardare
i
belli ma brutti, cioè quelli che – aspetto
estetico a parte – non hanno altro da offrire in quanto dotati di
un cervello di pongo contro il quale i concetti rimbalzano
allegramente (carenza che a ben guardare li fa
sembrare meno belli)
i
brutti ma belli, ovvero quelli che compensano deficienze
estetiche con massicce dosi di fascino e carisma (qualità che a
ben guardare li fa sembrare meno brutti)
Ora,
grazie a questa grossolana classificazione antropologica i miei
sconosciuti vicini di ombrellone sapranno uscire dall'impasse
nella quale sono rimasti impaludati per ore (segue riassunto della
disquisizione)
Lei
(sfogliando una rivista stile “Novella
2000”): Hai visto quella siliconata della
Silvstedt con chi sta?
(e gli porge il giornale)
Il
marito: Ma è er fidanzato o ha vestito er cane?
Lei:
Ma stai guardando la foto che ti ho fatto vedere?
Lui:
Eccerto... Anvedi che nano!
Lei:
L'altezza mica conta. Prendi Albano e Romina... sono stati insieme
una vita!
Lui:
A coso qui se so' scordati de copiarlo 'n bella!
Lei:
Ha parlato Alain Delon...
Lui:
Nun so' Delon ma questo è tarmente brutto che lo devi guarda' co'r
decoder!
Lei:
Come sei superficiale!
Lui:
Ah Simo', maddai... nun se po' guarda'! Se lo vede Gigghe Robot je
tira appresso i componenti!
Lei:
Avrà altre doti...
Lui:
Po' esse
Lei:
???
Lui:
Che sia ben dotato in basso!
Lei:
Pensate sempre a quello, voi uomini! Volevo dire che avrà qualcosa
che non si vede al primo impatto...
Lui:
Li sordi!
Lei:
Come sei materiale! L'amore è cieco.
Lui:
La biondona de securo...
Ora
d'inizio della querelle: ore 16.00
Due
ore dopo stavano ancora elencando disparate e bizzarre opzioni
(im)possibili.
E
dire che per una settimana il loro scambio di opinioni non andava più
in là del «'Namo? Stamo?».
Sfrucugliare
tra i fatti sentimentali altrui è proprio legna per il fuoco della
conversazione. D'altronde già Mario Soldati ne aveva colto
l'aspetto misericordioso: “C'è il pettegolezzo, di cui si dice
tanto male ma che in fondo è la base della carità, dell'interesse
per il prossimo”.