Per
dodici anni è sempre stato così: ogni lunedì alle otto ci si
trascinava (se stessi con borsoni e valigia, zeppi di libri, vestiti,
viveri e cianfrusaglie, al seguito) fino alla stazione di Biella San
Paolo e quasi tutti i venerdì vi si faceva ritorno (sempre che si
riuscisse a prendere al volo, in perfetto stile Fantozzi – avete presente la scena dell'autobus, vero? – il treno delle 18.20...
all'epoca ancora non mi era chiaro l'esatto significato di “partenza
intelligente”).
Dodici
anni, per un totale malcontato (in difetto) di mille viaggi, non
son pochi.
Questo
per dire che vanto una certa esperienza in materia.
E,
statistiche alla mano, va detto che 9 volte su 10 mi è
capitato di, stritolata nel microspazio di un sedile sporco e
sgangherato, passare un paio d'ore con un vicino sgradito.
“Sgradito”
perché...
OPZIONE
1: puzza;
OPZIONE
2: russa;
OPZIONE
3: non fa che ruminare cicles accompagnando la fastidiosa
masticazione col piacevole vezzo di far scoppiare la gomma una media
di 15 volte al minuto;
OPZIONE
4: è un chiacchierone, disponibile nella VARIANTE A - ti
sfianca attaccandoti un bottone infinito ed incollandosi a te come
una lampreda di mare (ed in genere si tratta di un tipo
insignificante che pesa 110 chili ed è alto come un nano da
giardino) – o nella VARIANTE B – è un figo da paura ma se
la tira, non ti rivolge la parola nemmeno per salutarti e passa il
tempo con la bocca incollata al cellulare (cosa che ti impedisce di
leggere e ti obbliga a farti i cazzi suoi).
Non
va dimenticata poi l'OPZIONE 5, indipendente dalla presenza di
un vicino più o meno ingombrante: avaria del mezzo di trasporto
(eventualità tutt'altro che improbabile quando posi le tue chiappe
su una littorina dei tempi del Duce che, per citare qualche
ricorrente esempio, decide di abbandonarti lasciandoti per ore fra le
risaie sotto la pioggia oppure ti costringe a viaggiare a meno dieci
a dicembre causa improvvisa rottura dell'impianto di riscaldamento).
Insomma,
di avventure “trenaiole” ne ho accumulate parecchie.
Per
questo motivo ho letto con sommo interesse i trucchi recentemente
suggeriti dal fotogiornalista Dave Seminara per assicurarsi un
posto vuoto al proprio fianco:
CONSIGLIO
1 – sparpagliare le proprie cose (libri, borsa, giornali...)
ovunque, fingendo che il sedile accanto al proprio sia occupato.
CONSIGLIO
2 – simulare di essere indaffarati (tuffandosi nel portatile o
fingendo un'accesa conversazione telefonica) per scoraggiare ogni
avvicinamento.
CONSIGLIO
3 – non guardare mai negli occhi il potenziale vicino, anche e
soprattutto se il malcapitato ti rivolge la parola per chiedere se il
posto è libero.
CONSIGLIO
4 – fare agli altri quello che non si vorrebbe venisse fatto a
noi. E a questo proposito Dave suggerisce tre alternative:
fingere di soffrire il treno / l'aereo / la nave / il bus
(posizionando in bella mostra sul grembo un sacchettino per il
vomito); simulare di essere un fanatico di musica inascoltabile
(indossando un paio di cuffie extralarge e ascoltando a tutto volume
che so... “Su di noi” di Pupo, magari canticchiando pure il brano
sottovoce) e infine puntare sull'odore mettendosi in borsa un etto di
taleggio invecchiato.
Io
invece, dopo anni ed anni di allenamento, avevo sviluppato un mio
personalissimo sistema: fissavo l'intrepido vicino con
una faccia assassina tipo “Scream”
fingendo di essere radioattiva.
Il
successo di questa tecnica – denominata “Esci da questo
corpo” - era garantito ma
prima di applicarla vi consiglio di assicurarvi di non conoscere
nessuno di quelli seduti nel vagone altrimenti è assicurato anche lo
sputtanamento!
LA TECNICA - BETTA... PER UN SUCCESSO GARANTITO! |
E voi? Avete avuto
qualche epica disavventura durante un vostro spostamento? Cosa
proprio non riuscite a sopportare di un vostro potenziale vicino di
sedile?
Forza, condividete...
mica vorrete farmi sentire la Annie Wilkes della situazione?
Quanti ricordi mi sono affiorati alla mente!!! Era il lontano 1980 e viaggiavo in autobus per tornare da scuola, allora ero diciotenne e il cuore mi batteva all' impazzata per un ragazzo che incontravo tutti i giorni su quel mezzo semi sgangherato...Facevo dei numeri da circo Orfei pur di riservargli il posto...Quando si sedeva vicino a me però non riuscivo a spiaccicare parola, letteralmente inebetita!!! Passavo il viaggio rintanata nel mio cantuccio e abbozzavo un timido "Ciao" quando scendeva...Siamo andati avanti così per un anno, poi la maturità e la fine dei viaggi... Non l' ho più rivisto...Dopo trent' anni ho ancora un dubbio: non gli interessavo oppure era timido e imbranato quanto me? Boh!
RispondiEliminaGloria
La seconda opzione, ovviamente (nel primo caso avrebbe dovuto anche essere non vedente!).
EliminaMille viaggi e altrettante disavventure...svariate volte sono incorso in petomani in aereo che appena si sale di quoto scaricano le loro polveri sottili o in vicini di treno che puzzano come Lucifero... Una volta, subito dopo l'undici settembre mi é capitato di trovare un musulmano seduto dietro il mio sedile in aereo che non faceva altro che pregare facendomi pensare che da un momento all'altro si sarebbe fatto detonare; per non parlare di quando in treno avevo il ginocchio appena operato e non avevo lo spazio per tenere la gamba distesa... The rose
RispondiEliminaEhi!!son mi la matusa55!!!!! Sto argomento le' proprio forte!! Pense' che dale me parti i treni son tutti pittosto malanda'!! Pero' quando montavo su par andar a fare un viaggio (quando ero giovinotta) me dive rtivo a vardar i vari personaggi che ghe erano sedui vicin!!ciacolavo e se qualche d'un me faseva delle avance lo vardavo cositta de brutto che mollava la presa!! E po' anche a 16 anni a quei infingardi disevo che ero fidanzatissima!!! E po Betta ancora una cosa la me faccia l'era un poco più umana del to' SCREAM!!ciao amiche un basetto a tutte
RispondiEliminaGli ultimi viaggi fatti in treno me li ricordo perfettamente !!! Comincio dal penultimo quello che mi ha sconvolto la vita e che sconvolgerà anche voi!!! Avevo 13 anni... mia cognata decide di portarmi in giro per milano... dopo qualche minuto un tipo sospetto si siede, per fortuna non proprio vicino ma di fronte nella corsia opposta dei nostri sedili, solo io avevo la sua visuale perchè mia cognata era vicino al finestrino... questo tipo di età compresa fra i 50/60 anni... incomincia a fissarmi e ad un certo punto tira fuori il suo gingillo... si avete capito bene tira fuori il suo "pene" se così lo vogliamo chiamare... me lo ricordo abbastanza anomalo come organo genitale maschile.. grigio scuro, tutto arripicchiato e pseudo zucchina ammuffita ed essiccata al sole per 48 ore.... uno spettacolo a dir poco obbrobrioso!!! Avendo 13 non sapevo cosa fare.. sono rimasta shokkata e non sono riuscita a dire niente a nessuno roba che se dovesse capitarmi ora partirei con un calcio volante e gli farei passare la voglia di fare certe cose!!! Comunque ad un certo punto la ragazza di fronte a me scende dal treno ed io riesco a sedermi vicino al finestrino di fronte mia cognata!!! Credetemi è stato veramente vomitevole!!!!
RispondiEliminaPassiamo all'ultimo dei miei viaggi in treno direi un viaggio molto più piacevole del penultimo!!!
Io 15 anni e mia cugina di 12 anni siamo in partenza per la calabria, passeremo la nostra estate dai nostri parenti...
Mi sistemo comodamente distendo il sedile per essere più comoda, tiro via i calzini..... e obbligo mia cugina a farmi un massaggino ai piedi dicendole che alla fine del viaggio le avrei dato 5 mila lire... il viaggio come potete immaginare Biella-LaMeziaTerme non è poi così corto ma per me è stato un viaggio bellissimo!!!!! ah comunque le 5 mila lire non gliel'ho mica date a mia cugina!!!!! Povera!!!!
E' dura lasciarmi senza parole... eppure ce l'hai fatta!
EliminaNon so se mi ha colpito di più l'immagine della zucchina ammuffita e quella della povera cugina costretta ad una sessione di dodici ore di massaggio...
Resta il fatto che i tuoi racconti sono sempre epici, Sal!!!
Betta, il titolo del tuo post mi fa molto sorridere perchè è una frase che dico spesso al piccolo Lorenz quando supera la soglia massima del capriccio tollerabile.Sicchè io, da buona madre nonchè EDUCATRICE di professione mi metto davanti a lui e roteando le mani alla moda di Silvan con il "Simsalabin" lo guardo con occhi spiritati recitando, appunto la frase di cui sopra.A questo punto laMarta ride a crepapelle, Lorenz continua a piangere e io abbandonando i metodi educativi alternativi ricorro al sempreverde e funzionale abbraccio che tutto fa, anche contro i peggiori capricci...
RispondiEliminaParlando di viaggi invece...come non ricordare gli anni in cui mi alzavo prima dell'alba per prendere il BUS diretto TRIVERO-TORINO delle CINQUE e TRENTA del LUNEDI'. Nemmeno lo vedevo quello che mi si sedeva vicino con il buio pesto e il sonno negli occhi.L'unica cosa essenziale era che il mio vicino fosse morbido per dormirgli addosso.
Ricordo certi torcicollo che duravano due giorni...
E i viaggi sul treno TORINO-MILANO...la migliore mi è successa un sabato sera con un gruppo di signore nigeriane che parlavano nella loro lingua ad altissima voce. Ad un certo punto hanno tirato fuori un involucro di carta stagnola pienissimo di cous cous al pesce e si sono messe a mangiarlo con le dita. Niente di grave, io adoro il cous cous...ma quello era PUZZOLENTISSIMO!!!Avete presente l'odore base del treno, quel misto ferroruggine da officina meccanica, misto piede, misto ascella, misto umanità stravolta di ritorno a casa...ecco metteteci anche l'odore del BACCALA' (o chi per esso). Ho reso l'idea?? Me ne son dovuta andare io che son sensibile agli odori forti se no...vedevano cosa usciva di lì a poco dal mio corpo!!!!
La Sissi.
La Sissi...se non ci fossi, non so se ce la si farebbe a inventarti!
EliminaMa tu sei un pozzo senza fondo di aneddoti calzanti per ogni mio post!
Betta sono stata da giovincella una viaggiatrice !!! Andavo molto spesso a Milano perché frequentavo un corso d'inglese !! Prendevo il treno a Biella cambio a Santhia' e viia.......a Milano! Mi ricordo una volta di avere incontrato un personaggio molto strano e io mi sentivo intimorita la mia mossa e' stata : cominciare a parlare parlare parlare e il poveretto a mio dire a un certo punto se ne andò perché stufo del mio bratelare!! mi sono sentita felice in quel momento!! Quando ancora oggi viaggio in treno mi piace chiacchierare con i miei vicini mi sembra che il viaggio sia più breve!! Ciao ciao la suocera
RispondiEliminaDavvero ti piace chiacchierare? Ma sai che non l'avrei mai detto...davvero!!!
EliminaAh, cara la mia suocera: con gli anni hai affinato la tecnica, bisogna rendertene merito!
Nella mia vita ho viaggiato molto per lavoro ma le cose più strampalate mi sono capitate in treno.
RispondiEliminaEvitando di menzionare le cose già citate da voi voglio parlarvi di un anedotto accaduto parecchi anni fa: durante un viaggio conobbi un signore molto distinto, mio vicino, che dopo circa un quarto d' ora di colloqui banali sul tempo e sui ritardi dei treni mi confidò che era un agente segreto in missione. Roba da CIM. Io, per non contraddirlo, feci la parte della fessacchiotta e finsi di credere a tutte le cose che mi raccontava!
E' sempre un piacere seguire i tuoi post e i commenti del gruppo.
A presto.
Andrea
Da questo aneddoto, cara Andrea, deduco che tu sia tutt'altro che da buttar via: in genere gli uomini fanno gli splendidi, vestendo i panni del "figo della situazione" (e talvolta eccedendo, come nel caso del tuo pseudo 007) solo quando ci stanno provando con qualche bella passeggera!
EliminaLeggendo il commento di Sissi mi è venuto in mente un viaggio Torino Santhià e vado a condividerlo con voi.
RispondiEliminaFredda serata invernale, reduce da un corso di aggiornamento al Teatro Regio, riesco a prendere al volo il treno del ritorno... Sono a pezzi, sono passate le 20 e mi sento uno straccio, sembra che in nessun vagone ci sia un posto libero e il viaggio in piedi è una idea da scartare... Gira e rigira trovo un posto libero e mi accomodo... La carrozza pullolava di signorine che, senza ombra di dubbio, facevano il mestiere più antico del mondo... Il treno parte e il folto gruppo comincia, con una disinvoltura notevole, a cambiarsi noncuranti dei pendolari che, imbarazzatissimi, guardavano fuori dal finestrino celando un evidente imbarazzo...Dopo il cambio abito con cura sono passate alla fase trucco e parrucco...Il tutto in un festoso caos fatto di battute in una lingua a me sconosciuta e di intinazione di canti...
Gloria
Caspita, mi hai fatto venire in mente che una volta una delle signorine di cui parli tu, esacerbata dall'insistenza, ha morsicato il capotreno che le continuava a chiedere il biglietto...credo che sia stata una delle scene più pulp a cui ho assistito!
EliminaNon ho aneddoti in materia ma i tuoi post sono sempre una garanzia di sana risata. benedetta da Locri
RispondiEliminaLa natura mi ha dotato di un aspetto fisico poco rassicurante per il prossimo, per cui non ho mai avuto grossi problemi di vicinato. Al limite, per scoraggiare invasive potenziali presenze, mi è sufficiente uno sguardo da camorrista al confino, e il gioco è fatto. Non ho grandi episodi da narrare, sulle mie esperienze di pendolarismo, anche se, ancor oggi, tra i miei trofei annovero la comunicazione di accolto ricorso dalle FFSS per una multa perpetuatami ingiustamente da un capotreno che di cognome faceva Cancro (nomen omen). Un pensiero e un abbraccio vanno ai pendolari, alle lunghisisme ore di noia (oggi, forse, lenite da ipod, ipad, tablet e ammennicoli vari)per recarsi al lavoro; alla condanna della vicinanza, pure in treno, con odiati compagni di lavoro (a parlare di lavoro); agli esilii forzati di lunghi spostamenti per tornare alla propria casa; ai minuti scanditi da scomode posture nella sognante attesa di un piatto caldo consumato in ciabatte. Nessuno, quanto un pendolare, avrebbe diritto a meravigliosi sogni quando si assopisce su un lurido sedile sdrucito. Nessuno, eccetto il bestemmiatore che gli sta, in piedi, accanto, guardandolo con rancorosa invidia.
RispondiEliminaTeto
Ieri sera, prima di cena. «Ma', hai letto il mio nuovo post sul Cassonetto?» «Sì, sì... bello, bello MA (e quando mother Angel introduce un'avversativa...) il Teto? Che fine ha fatto? Perché non commenta più?» e bla-bla-bla...
EliminaGrazie mammina, per essere una fan di Tetosocio più che della Garbage's Queen!
Vorrei rassicurare Mother Angel. Ci sono, ci sono. Tra le cose imprescindibili della mia vita, ci sono i post della Betta.
RispondiEliminaTetosocio
Uh Uh mi hai fatto morire dal ridere!!!mi ci sono rivista un sacco...!dopo 13 anni di vita-triste-da-pendolare ne ho viste e fatte di tutti i colori....!ormai il mio must è avere sempre il kit di sopravvivenza composto da occhialoni scuri+cuffie sempre inserite (anche se il lettore mp3 è scarico è pur sempre un valido deterrente per i maledetti rompiballs che muoiono dalla voglia di parlare alle 7 del mattino).
RispondiEliminaInoltre se non voglio nessuno vicino a me, io di solito piazzo la mia montagna di roba nel sedile di fianco e fingo di dormire se si avvicina qualcuno, sì sono una stronza ma la tattica funziona.
Ma solo io trovo il capotreno stronzo che mi obbliga a stare composta manco fossi tornata all'asilo con Suor Tecla?
EliminaMi sa che mi devi dare qualche lezione per affinare la tecnica!