venerdì 6 dicembre 2013

NEL MEZZO DEL CAMMIN DI NOSTRA VITA


Ieri sul Corriere della Sera ho letto un articolo nel quale si disquisiva su quello che per molti rappresenta uno spauracchio anagrafico non da poco.
Hai una collezione di cd ma non ne compri uno da anni?
I brani della band che ascoltavi quando andavi alle superiori ora passano sulle stazioni di rock classico?
Tutto quello che ti sembra accaduto un paio di anni fa in realtà risale ad almeno 10-15 anni addietro?
Sei sempre più preoccupato per la tua pensione?
Mtv, canale televisivo con il quale siete cresciuti tu e la tua generazione, adesso parla un linguaggio a te incomprensibile?
I film che al liceo consideravi imperdibili (Friends su di tutti) adesso sono trasmessi in seconda o addirittura in terza serata?
Ma soprattutto: hai sviluppato un'insana passione per il divano e passare una serata steso comodamente in poltrona è diventata un’abitudine a cui si rinuncia con difficoltà?
Se si è risposto affermativamente alle sette domande, secondo il giornalista, significa che si sta per varcare (o si è già varcato) la soglia degli “anta”.
 



Ora, tralasciando il fatto che non vivo l'approssimarsi di tale traguardo con angoscia – forse perché ho ancora un paio d'anni di buono – e credo che ogni età abbia i suoi pro e i suoi contro (ma in genere i primi non sappiamo apprezzarli perché troppo presi a lamentarci dei secondi salvo poi rimpiangerli entrambi ad anni di distanza), rilancio con i miei personalissimi cinque inequivocabili segni del passare del tempo:
hai una casa piena di scale e alla decima volta che affronti la rampa vieni colta dagli stessi sintomi avvertiti da Fantozzi all'attacco del colle del Diavolo durante la coppa Cobram: asfissia, occhi pallati, arresti cardiaci, lingue felpate, aurore boreali, miraggi;
se tiri le tre del mattino gozzovigliando sconsideratamente, il giorno successivo sei in coma vegetativo fino a pomeriggio inoltrato;
si inizia ad essere redarguiti di ripetitività (scena tipo: «Dobbiamo ricordarci di prendere il detersivo per la lavatrice, te l'ho già detto?», varcando la soglia del supermercato; risposta: «È solo la quinta volta, 'more!»);
la tua estetista ti suggerisce di iniziare precauzionalmente ad usare una crema antirughe, primo step di un inevitabile restauro conservativo;
al tuo parrucchiere capita sempre più spesso di farti osservare che con lo shatush si ringiovanisce di cinque, sei anni come niente.
Quarant'anni è un'età terribile. Perché è l'età in cui diventiamo quello che siamo”, sosteneva Charles Péguy.
Pur condividendo la seconda parte dell'affermazione del poeta francese, dissento sulla scelta dell'aggettivo: la terribilità o meno dipende da come ognuno è in grado di giocarsi la partita!

6 commenti:

  1. Cara Betta credo che ogni età non debba spaventare perché si diventa piú maturi e se le cose che si apprezzavano prima ti paiono diverse ci sono cose odierne ancora piú soddisfacenti e importanti di prima!!! Io non mi sono mai fatta grossi problemi e di anni ahimé ne ho ben di piú!! Ma vivo con serenità le mie rughe i miei capelli bianchi perché al tempo non si sfugge!! Baci la suocera

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  2. aggiungerei ai primi cinque un sesto: chiami la tua/il tuo compagna/o 'more anzichè amo !
    buon we
    ;-)

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  3. Son mi Betta !pensa che mi son fora dal normal parché son contenta de essere veciota e apprezzo de pi le me rughe trate solamente con la crema nivea te la conossi? E pó voto metter la soddisfassion de aver ancora sebbene gli anni la voi a de far tante cose senza pensare all'aspetto esterrior!? Son proprio contenta de viver i me ultimi anni con serenità un baso matusa55

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  4. Bettuzza mia, parli tu che non hai ancora quaranta anni...pensa a me che ne ho molti di piu! come sempre quello che scrivi sono perle di saggezza per me. 'ndi leimu la prossima vota ma fa presto, capiscisti? Benedetta da Locri

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  5. Per quanto mi riguarda invecchiare non spaventa in quanto penso di non essere mai stato giovane. Credo di essere nato giå di 40 anni circa. The rose

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  6. L'uomo sulla soglia dei 40 ha un moto di orgoglio.
    Fa una ricerca interiore, trova una traccia di addominale e, con l'agilità di una cimice ribaltata, zompa giù dal divano.
    Decide di combattere la tirannia del tempo con progetti mega ambiziosi: correre la maratona di New York in 3 ore e 30, scalare tutti gli ottomila, diventare campione europeo master di squash, vincere per distacco la granfondo delle Dolomiti. Ma non vi preoccupate. In genere passa per cedimento strutturale.
    Teto

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