Sul
Corriere
di domenica 11 marzo ho letto la triste storia di Sarvenaz
Fouladi e della di
lei madre, Fereschant
Salamat, non senza
annaffiare il quotidiano con
abbondanti lacrime.
La
sventurata trentottenne è una facoltosa banchiera di origine
iraniana nonché proprietaria di un appartamento da quasi tre
milioni di euro in un condominio di mattoni rossi di inizi
Novecento, nel quartiere di Kensington, zona ovest di Londra.
A
render grama la vita di Sarvy e Feresh
è stato il
trasloco
nel 2010 dei
coniugi Ahmed e Sarah El Kerrami con le loro frizzanti creature,
al piano superiore. Roba
che al confronto le cavallette e le rane nelle dieci piaghe d'Egitto
sarebbero state una passeggiata di salute.
I tre pargoli sono infatti i responsabili dell'inferno in terra della
povera manager che ha dichiarato provata: «Fino a sette anni fa
avevo tutto: una buona carriera, una bella casa e una magnifica vita
sociale. Oggi sono così stanca al mattino che non
riesco ad alzarmi in orario e arrivo spesso tardi al lavoro. Per
restare sveglia, devo
mangiare cioccolata».
E ancora: «Spegnete
quei bambini, per
favore! O abbassate il loro volume, almeno di notte!», ha implorato.
E
come darle torto.
Infatti
il giudice Nicholas Parfitt, chiamato a dirimere la bega
condominiale, ha considerato legittime le sue lamentele e ha
stabilito un risarcimento record: quaranta sterline al giorno, per un
totale di 107 mila sterline. Cioè, circa 120MILAEURO!
Che
poi, stellina lei, c'hai pure ragione: dormire a intermittenza è una
menata. Non a caso la
privazione del sonno
è una delle torture
preferite dai militari di qualunque dittatura: svegliare
continuamente una persona proprio mentre si sta addormentando alla
lunga fa uscire di testa, tipo che il mattino dopo ti tiri su con due
occhi sbarrati alla Jack
Nicholson
in “Shining”.
Ciononostante:
120MILAEURO,
Sarvy, son sempre 120MILAEURO...
cioè, mica cotiche! Non si poteva fare una cifretta meno esosa,
anche solo l'impegno da parte degli El Kerrami di insonorizzare
l'appartamento, e poi tutti a farsi due spaghi da te?
Comunque
a nulla sono valse le perizie e le obiezioni dell'avvocato della
controparte: «I
rumori di cui si lagnano le inquiline del piano di sotto non sono
altro che il prodotto di una normale vita famigliare»
ha sostenuto, per concludere con un ineccepibile «Se non mentalmente
instabili, quelle due
sono quantomeno ipersensibili».
E
tutto sommato è stato ancora gentile.
Questa
storia mi ha fatto ricordare un episodio privato.
Un
mio – ahimè! – congiunto (questo
sì equiparabile a una piaga d'Egitto)
quando mancava poco al parto della mia primogenita, era solito
osservare con disgusto la mia pancia muoversi senza esimersi
dall'esclamare soavi frasi quali «Che schifo!» o «Mi viene da
vomitare!». Oggi, che sta per diventare padre, rimane in trance per
ore a contemplare la panza della coniuge nonostante là sotto il
figlio si muova stile “Alien”,
declamando stilnovistiche odi alla maternità che nemmeno Tagore.
Ora:
come si conciliano i due racconti?
Così:
quando uno spara qualche vaccata bella potente, che magari
offende pure qualcuno a lui limitrofo, in genere deve prepararsi a
vedersela tornare indietro, la suddetta vaccata, come un
boomerang, a tutta velocità. E che il Signore gli scartavetri
pure la faccia con quella paletta falciforme nella sua traiettoria di
ritorno, di già che c'è.
Cara
la mia Sarvenaz – che già una che si ritrova un nome così, un
pochetto suscettibile e incazzata di suo è legittimo lo sia – a te
lo posso dire: anche io un tempo soffrivo di questa sindrome di
Erode, ergo ero una cagacazzo imperiale in merito ai bipedi sotto
il metro di altezza.
Anche
io ho passato un periodo in cui sentivo la nanerottola dei vicini
urlare a qualunque ora del giorno e DELLA
NOTTE e io
«GneGneGne:
non riesco a lavorare!» [leggasi:
adesso cerco il primo rivenditore di pannelli insonorizzati e gli
compro il magazzino intero].
Anche
io ho passato un periodo in cui sentivo la madre della nanerottola
urlare a qualunque ora del giorno e DELLA
NOTTE «Vieni qui, a
mamma» e io di
rimando «GneGneGne:
non riesco a dormire!» [leggasi:
mi state frullando le palle come un Minipimer].
Anche
io ho passato un periodo in cui sentivo i genitori della nanerottola
rispolverare in loop “Dolce Remì” e “Il caffè della Peppina”
a qualunque ora del giorno e DELLA
NOTTE e io
«GneGneGne:
non riesco a grattarmi l'alluce del piede sinistro in santa pace!»
[leggasi: le più
variopinte imprecazioni avevano messo il pilota automatico].
Ma
poi: il
boomerang
(e tu non sai quanto sia stata felice di quel boomerang, ma questo
resti fra di noi)!
Quindi,
se
per caso ti transita
nella testolina
l'idea di lavorare meno, smetterla
di vivere con mammà,
trovare un uomo che ti
sopporti, magari
pure, to' la butto lì, riprodurti,
sappi che minimo minimo ti aspettano una ventina di ore di sonno
spalmate su quarantadue (perché tu adesso ti sparerai almeno sei ore
di dormita serafica a notte, no? Ecco, sappi che poi diventeranno
tre, se tutto va bene), il colorito di un topo morto, l'occhio a
saracinesca, tette che scendono verso il basso e capelli verso l'alto
e occhiaie scavate con la ruspa,
tiè!
E mi
auguro soprattutto che una
pletora di vicini di casa tre volte più scassacazzi di te,
nelle ore diurne, quando il pargolo ti lascerà un attimo di requie
da peti e rigurgiti, facciano le prove (quelli alla tua destra) per
lo Zecchino d'Oro stile Piccolo Coro dell'Antoniano (avrete una roba
simile anche lì da voi, no?), decidano di cambiare la
pavimentazione (quelli sopra di te) e trascorrano le ore
postprandiali a perforare quella vecchia col martello pneumatico,
ascoltino “Smell Like Teen Spirits” (quelli alla tua sinistra) a
manetta e senza pausa, e per finire litighino (quelli di sotto) come
nemmeno Michael
Douglas e Kathleen Turner ne “La guerra dei Roses”, ri-tiè!
So:
be carefull, dear Sarvenaz, perché the boomerang is behind the
angolo!
Noi diremmo qua a Locri “gabbu e meravigghia non fari ca ti pigghia” Bello divertente e meno male che sei tornata.
RispondiEliminaBbenedetta
Prima di diventare mamma anche io mi lamentavo dei vicini rumorosi causa figli. Ora io per fortuna abito in una bifamiliare e non disturbo nessuno!
RispondiEliminaLeggere i tuoi pezzi è un’occasione per dedicarmi qualche minuto leggero e spensierato. Ne leggerei uno al giorno come premio x le difficoltà quotidiane.
RispondiEliminaThe rose
La teoria del boomerang ha in sé una grande verità. Quando ero senza figli, per me i bambini non erano altro che esseri di piccole dimensioni, grandi produttori di composti organici di rifiuto e di un surplus di decibel. Inutile dire cosa sia accaduto dopo la maternità. Tanti amore della mamma, tesoro mio, vieni qui che ti pulisco la cacchina santa e così via. Insomma, quei cosetti fastidiosi sono in grado di cambiarti le prospettive.
RispondiEliminaOra non sto qui a dire che Sarvenaz non abbia avuto le sue ragioni, perché, sì, i bambini rimangono dei grandi rompicoglioni, anche e soprattutto per le mamme, figuriamoci per gli altri. Però, cara Sarvenaz se sei una banchiera e ti piace il silenzio, magari puoi scegliere (sì, tu puoi) di non vivere in un condominio, dove ahimè non è così difficile trovare famiglie con figli. Suggerisco luoghi di pura pace: Kalahari, Sahara, Gobi? La scelta è ampia.
Ah, un commento della Michy: che onore!
EliminaProbabilmente il Rosa era un convinto maschilista anti barbie che sognava una vita di macchinine telecomandate e rutti liberi con un mini lui . Baaam, boomerang, un mondo di ombretti, fidanzati appostati e quei giorni lo attende !❤️( un mondo ROSA. di colore )
RispondiEliminaC'è sempre un terzo bonus (ma non diciamoglielo se no esce a comprare le sigarette e non torna più)
EliminaDiciamoglielo invece. Se è un vero figo accetterà la sfida . Che si concretizzerà nello stesso identico colore , ma più acceso , un fuxia insomma . ❤️
RispondiEliminaEsiste un antidoto a tutto questo.
RispondiEliminaL'imperturbabilita' di un Siddartha. Il sonno profondo in fase REM raggiunto da 0 a 30 secondi anche dopo 10 risvegli. Il training autogeno contro il casino che ti circonda. OHMMMMM. Teto