martedì 19 giugno 2012

LE MERAVIGLIE DELLA CONVIVENZA - PRIMA PARTE (retry)

Alcuni di voi mi hanno informata che il post "Le meraviglie della convivenza - prima parte" non è visibile per qualche strano motivo che, dato quanto sono zappa con la tecnologia, ignoro.
Provo a ripubblicarvelo di nuovo.
Et voilà...
Fazzoletto alla mano, amiche: Poldi e Bibi divorziano! E mica dopo un paio di mesetti che stavano insieme... no, no: dopo più di cento anni di convivenza. Per la precisione ben 115... mica pizza & fichi!
Come? Non sapete chi sono Poldi e Bibi?
A dire verità, non ne avevo la più pallida idea nemmeno io fino a qualche giorno fa, a quando ho letto la notizia su alcuni quotidiani.
Trattasi di due esemplari di tartarughe giganti, classe 1897 ed originarie delle isole Galapagos, che da 36 anni vivono in Austria allo zoo di Klagenfurt.
C'è poco da fare per “l'ex coppia vivente più affiatata del mondo”, come l'ha definita la stampa internazionale: i due non si sopportano proprio più tant'è che lo staff del parco ha dovuto separarli a fronte dell'ennesima, furiosa lite.
Pare che Bibi, la donzella, abbia attaccato più volte il suo Poldi, arrivando addirittura a staccargli un pezzo di guscio (e adesso fate pure, maschietti, della facile ironia sulla rissosità di noi femminucce, visto che vi sto servendo l'occasione su di un piatto d'argento).
Misteriose le cause che hanno portato al crollo dell'unione più solida del globo terracqueo.

Poldi e Bibi ai tempi del loro amore
Ma, ammettiamolo: non ci viene proprio di puntare il dito contro Poldi e schierarci dalla parte del ripudiato Bibi. Perché d'altronde sarà già capitato anche a voi, immagino, di essere tentate di staccare un pezzo di guscio alla vostra metà, vero?
Ma quale potrebbe essere la ricetta per evitare di arrivare a tanto?
La storia delle due tartarughe cade a fagiolo. Già, perché una vera “Cassonetto's lady”, Eleonora, qualche giorno fa mi ha inviato uno spassosissimo racconto – nel quale è impossibile per ciascuno di noi non ritrovare un pezzo anche del proprio vissuto – sulle gioie e i dolori della convivenza chiosando con una perla di saggezza da Almanacco di Frate Indovino.
State a sentire:
«I pro, cioè le ragioni che spingono due esseri alla convivenza sarebbero quelle di avere il proprio amato sempre vicino, ma in realtà diventano in breve tempo le ragioni che vi permettono di rimproverarlo in tempo reale.
La prima cosa che ho scoperto convivendo è che gli uomini sono in grado di vivere nel caos, nella sporcizia, nel disordine immondo degli scatoloni da trasloco per molte settimane senza batter ciglio; la seconda è che io sono in grado di vivere in un bilocale con scatoloni da trasloco per non più di mezza giornata, dopo di che ho bisogno del tavolino con il cesto portafrutta con frutta vera dentro. Posso anche chiudere un occhio sul centrino sotto al portafrutta, ma sul cesto non si transige.

Il must di Eleonora
Alcune donne hanno il problema delle tendine, cioè di mettere le tendine coi fiorellini alle finestre, alle mensole, alle scatole.
Per gli uomini la tenda non ha un significato etologico e sociologico così conclamato. A loro le tendine non servono perché possiedono un tipo di ragionamento molto più elementare: giorno = tapparelle su, notte = tapparelle giù.
Beh, a questo mi ci sono adattata subito, senza tante discussioni. Il mio problema non erano le tende, ma il portafrutta. Ora ho due mele avvizzite, tre limoni col peso specifico del basalto e metà del volume iniziale, ma mi sento a casa anche con la mia frutta andata a male».
Ed è ancora andata bene ad Esse (l'anonimato è d'obbligo), il compagno di Eleonora. Un po' meno al Rose: per me, infatti, casa è quel posto dove trovano degna sistemazione tutti i miei libri (prima ancora della loro proprietaria) ed in fase di trasloco si sono sviluppate scene da tragicommedia in merito. Ma questa è materia per un altro post.
Torniamo al racconto della nostra amica. E passiamo a un altro, annoso problema: «Ogni uomo coltiva degli hobby fuori dall'orario di lavoro. Il loro concetto di hobby è una caverna in cui solo loro entrano lasciando il resto del mondo fuori, si rilassano, si realizzano se nel loro lavoro non riescono a farlo. L'idea che loro hanno degli hobby delle donne invece è che i nostri siano stendere, lavare i pavimenti, stirare, cucinare. Risulta così facile vedere una donna pelare patate mentre il suo uomo trivella delle assi di legno, un'altra stirare mentre il suo uomo gioca alla play-station, io che cucino i cavoli mentre Esse suona la chitarra.
Che bel quadretto!
Ma vivere con un uomo che ha l'hobby della musica riserva anche degli indubbi vantaggi: il salotto sembra un negozio di chitarre, tutte e cinque in fila contro il muro, il tavolo della cucina è sempre in assetto da guerra, cioè con il Pc aperto, che parla con il Pc di fianco, collegati tra loro per mezzo di un chilometro di filo che il gatto mangia allegramente sotto il tavolo suddetto. Tutto questo per seguire da vicino gli spostamenti del nemico come in “Mission Impossible”? Noooo: solo per ascoltare, assemblare, registrare musica.

L'antro di Esse
Un vantaggio incredibile però è che posso approfittare di quando ha le cuffie per sfogarmi. Ecco, in quella circostanza gli dico cose inenarrabili, senza mai smettere di sorridergli, mentre lui mi manda baci, certo che io gli stia facendo chissà quale dichiarazione d'amore. Ho notato che non importa quello che dico: basta imprecare mantenendo però un'espressione angelica ed Esse crede che io gli ribadisca quanto sono innamorata di lui.
Lo amo certo, ma sono convinta che in giro ci siano un sacco di uomini che fanno come lui, cioè spengono le orecchie anche senza cuffie e senza musica».
E a ben pensarci, credo che la nostra Eleonora abbia proprio ragione e possa essere questo l'ingrediente irrinunciabile per una convivenza a basso impatto di incazzatura e per impedire che il vostro amore giunga al capolinea: un sano ed indolore sfogo che alleggerisca lei senza appesantire lui!
Qualcuno lo vada a dire a Poldi e a Bibi.... magari va a finire che si rimettono insieme! D'altronde, le tartarughe delle Galapagos possono vivere fino a 200 anni...

P.S. = Eleonora, fai in modo che Esse non legga mai questo post (o accertati che al 100% non capisca il labiale)... diversamente devi trovarti un piano B come valvola di sfogo!

lunedì 18 giugno 2012

LE MERAVIGLIE DELLA CONVIVENZA – PRIMA PARTE

 
Fazzoletto alla mano, amiche: Poldi e Bibi divorziano! E mica dopo un paio di mesetti che stavano insieme... no, no: dopo più di cento anni di convivenza. Per la precisione ben 115... mica pizza & fichi!
Come? Non sapete chi sono Poldi e Bibi?
A dire verità, non ne avevo la più pallida idea nemmeno io fino a qualche giorno fa, a quando ho letto la notizia su alcuni quotidiani.
Trattasi di due esemplari di tartarughe giganti, classe 1897 ed originarie delle isole Galapagos, che da 36 anni vivono in Austria allo zoo di Klagenfurt.
C'è poco da fare per “l'ex coppia vivente più affiatata del mondo”, come l'ha definita la stampa internazionale: i due non si sopportano proprio più tant'è che lo staff del parco ha dovuto separarli a fronte dell'ennesima, furiosa lite.
Pare che Bibi, la donzella, abbia attaccato più volte il suo Poldi, arrivando addirittura a staccargli un pezzo di guscio (e adesso fate pure, maschietti, della facile ironia sulla rissosità di noi femminucce, visto che vi sto servendo l'occasione su di un piatto d'argento).
Misteriose le cause che hanno portato al crollo dell'unione più solida del globo terracqueo.

Poldi e Bibi ai tempi del loro amore
Ma, ammettiamolo: non ci viene proprio di puntare il dito contro Poldi e schierarci dalla parte del ripudiato Bibi. Perché d'altronde sarà già capitato anche a voi, immagino, di essere tentate di staccare un pezzo di guscio alla vostra metà, vero?
Ma quale potrebbe essere la ricetta per evitare di arrivare a tanto?
La storia delle due tartarughe cade a fagiolo. Già, perché una vera “Cassonetto's lady”, Eleonora, qualche giorno fa mi ha inviato uno spassosissimo racconto – nel quale è impossibile per ciascuno di noi non ritrovare un pezzo anche del proprio vissuto – sulle gioie e i dolori della convivenza chiosando con una perla di saggezza da Almanacco di Frate Indovino.
State a sentire:
«I pro, cioè le ragioni che spingono due esseri alla convivenza sarebbero quelle di avere il proprio amato sempre vicino, ma in realtà diventano in breve tempo le ragioni che vi permettono di rimproverarlo in tempo reale.
La prima cosa che ho scoperto convivendo è che gli uomini sono in grado di vivere nel caos, nella sporcizia, nel disordine immondo degli scatoloni da trasloco per molte settimane senza batter ciglio; la seconda è che io sono in grado di vivere in un bilocale con scatoloni da trasloco per non più di mezza giornata, dopo di che ho bisogno del tavolino con il cesto portafrutta con frutta vera dentro. Posso anche chiudere un occhio sul centrino sotto al portafrutta, ma sul cesto non si transige.

Il must di Eleonora
Alcune donne hanno il problema delle tendine, cioè di mettere le tendine coi fiorellini alle finestre, alle mensole, alle scatole.
Per gli uomini la tenda non ha un significato etologico e sociologico così conclamato. A loro le tendine non servono perché possiedono un tipo di ragionamento molto più elementare: giorno = tapparelle su, notte = tapparelle giù.
Beh, a questo mi ci sono adattata subito, senza tante discussioni. Il mio problema non erano le tende, ma il portafrutta. Ora ho due mele avvizzite, tre limoni col peso specifico del basalto e metà del volume iniziale, ma mi sento a casa anche con la mia frutta andata a male».
Ed è ancora andata bene ad Esse (l'anonimato è d'obbligo), il compagno di Eleonora. Un po' meno al Rose: per me, infatti, casa è quel posto dove trovano degna sistemazione tutti i miei libri (prima ancora della loro proprietaria) ed in fase di trasloco si sono sviluppate scene da tragicommedia in merito. Ma questa è materia per un altro post.
Torniamo al racconto della nostra amica. E passiamo a un altro, annoso problema: «Ogni uomo coltiva degli hobby fuori dall'orario di lavoro. Il loro concetto di hobby è una caverna in cui solo loro entrano lasciando il resto del mondo fuori, si rilassano, si realizzano se nel loro lavoro non riescono a farlo. L'idea che loro hanno degli hobby delle donne invece è che i nostri siano stendere, lavare i pavimenti, stirare, cucinare. Risulta così facile vedere una donna pelare patate mentre il suo uomo trivella delle assi di legno, un'altra stirare mentre il suo uomo gioca alla play-station, io che cucino i cavoli mentre Esse suona la chitarra.
Che bel quadretto!
Ma vivere con un uomo che ha l'hobby della musica riserva anche degli indubbi vantaggi: il salotto sembra un negozio di chitarre, tutte e cinque in fila contro il muro, il tavolo della cucina è sempre in assetto da guerra, cioè con il Pc aperto, che parla con il Pc di fianco, collegati tra loro per mezzo di un chilometro di filo che il gatto mangia allegramente sotto il tavolo suddetto. Tutto questo per seguire da vicino gli spostamenti del nemico come in “Mission Impossible”? Noooo: solo per ascoltare, assemblare, registrare musica.

L'antro di Esse
Un vantaggio incredibile però è che posso approfittare di quando ha le cuffie per sfogarmi. Ecco, in quella circostanza gli dico cose inenarrabili, senza mai smettere di sorridergli, mentre lui mi manda baci, certo che io gli stia facendo chissà quale dichiarazione d'amore. Ho notato che non importa quello che dico: basta imprecare mantenendo però un'espressione angelica ed Esse crede che io gli ribadisca quanto sono innamorata di lui.
Lo amo certo, ma sono convinta che in giro ci siano un sacco di uomini che fanno come lui, cioè spengono le orecchie anche senza cuffie e senza musica».
E a ben pensarci, credo che la nostra Eleonora abbia proprio ragione e possa essere questo l'ingrediente irrinunciabile per una convivenza a basso impatto di incazzatura e per impedire che il vostro amore giunga al capolinea: un sano ed indolore sfogo che alleggerisca lei senza appesantire lui!
Qualcuno lo vada a dire a Poldi e a Bibi.... magari va a finire che si rimettono insieme! D'altronde, le tartarughe delle Galapagos possono vivere fino a 200 anni...

P.S. = Eleonora, fai in modo che Esse non legga mai questo post (o accertati che al 100% non capisca il labiale)... diversamente devi trovarti un piano B come valvola di sfogo!

venerdì 8 giugno 2012

IL SEGRETO DELLA FELICITA'


La scorsa mattina “qualcuno” mi ha inviato questa foto.


È strana, l'immagine: sembra che il muro si sia mangiato la risposta...
E la mia testolina, che non sa stare ferma un minuto, si è messa a riflettere sul grande quesito: ma qual'è il segreto della felicità?
Bella domanda...
Non so dare ricette e non credo esistano, tanto più che sono molto scettica nei confronti di quelli che dispensano consigli come riso fuori dalla chiesa quando escono gli sposi.
Già... gli sposi.
(Non mi hanno fatto male i primi caldi estivi, gente... anche se magari in questo momento forse state pensando che io salti di palo in frasca, sappiate che non è così... Fidatevi: il mio ragionamento ha una sua logica).
Maggio ha inaugurato la stagione dei matrimoni per antonomasia.
Vasco ha dichiarato che sposerà la sua Laura dopo 25 anni di convivenza e anche Angelina e Brad (Jolie e Pitt, ça va sans dire) sembrano essersi decisi a pronunciare il fatidico “sì”.
Nonostante questi esempi “illustri” però l'Istat ci comunica che il numero di quanti si decidono al grande passo è in forte calo.
Partendo da questi notizione – senza le quali, obiettivamente, non avremmo potuto continuare a vivere – svariate riviste hanno pensato bene in queste settimane di propinarci interessantissimi (?) sondaggi su quale sia l'età migliore per sposarsi.
Mhm.. che annoso problema! In età matura o da giovanissimi? Mumble, mumble... Ecco il responso stando ai fortunelli intervistati: gli under 30 sono in forte calo rispetto agli over 40, se interessa a qualcuno... senza contare che la risposta più intelligente nel sondaggio in questione – cioè che l'età migliore è quando trovi la persona giusta e chissene del resto – non l'ha data nessuno.
Cosa c'entra tutto questo col segreto della felicità? Dopo averla cercata a lungo fuori da me, mi sono resa conto – ma è acquisizione recente – che la ricerca si sarebbe rivelata sempre vana se prima non fossi partita da me stessa. Un lavoraccio, neh!, ma quando riesci a fatica a trovare un equilibrio e a volerti bene, sei anche in grado di ridimensionare la portata di quelli che un tempo di sembravano problemoni insormontabili.
Con questo però, non condivido quanto il buon Schopenhauer sosteneva e cioè che “bastare a se stessi costituisce la qualità più utile per la nostra felicità”.
È inevitabile che nella nostra vita ci siano una o più persone, indispensabili per la nostra felicità... come dire: puoi fare il tirami su senza mascarpone, per carità, ma non viene buono alla stessa maniera (e apprezzate la filosofia spiccia della Betta!).
Ecco, allo stesso modo la mia vita senza il Rose – con tutti i nostri alti e bassi, le vittorie e le sconfitte, i pianti e le risate attraverso cui siamo passati – non sarebbe la “mia” vita!


… E dire che non mi piace fare la sentimentalona in pubblico, ma, dato che sono reduce dai festeggiamenti per il settimo anniversario di matrimonio, posso fare un'eccezione!
D'altronde le ricorrenze sono sempre complesse da gestire: anniversari, compleanni, 31 dicembre... sono come dei caselli a cui arrivi e ti devi per forza fermare a fare un piccolo bilancio. Non capita anche a voi?
A fronte di tutte le mie elucubrazioni, morale della favola, se proprio dovessi rispondere a quella domanda, io vi direi che il segreto della felicità è avere accanto un uomo che, dopo undici anni insieme, ti guarda ancora con lo stesso sguardo estatico che aveva il giorno in cui tu hai percorso, con un vestito bianco addosso e un velo in testa, la navata di quella chiesa e tutti gli occhi, in primis i suoi, erano puntati su di te.
E per tutte le volte che non te l'ho mai detto, ecco Rose, tu sei proprio quello che cantava Mia Martini: «un sole che splende per me soltanto / come un diamante in mezzo al cuore».



29 maggio 2005
Ah, dimenticavo. Sapete il messaggio con la foto della scritta? Ecco, si chiudeva con queste parole: «... avere te!».

P.S. = Vi ricordate quella zuccherosa serie di vignette “Love is”, nelle quali i due innamoratini davano di volta in volta una definizione diversa dell'amore? Vi ho detto di essere allergica alle casistiche ma se proprio ne dovessi trovare una, che esuli un po' dalle banalità tipo quella qui sotto, ecco, io direi che amare è anche cercare di farsi andare giù scelte o passioni dell'altro che proprio facciamo fatica a digerire ma che rendono la tua metà tanto felice! Tipo, per il povero Rose, i miei tatuaggi che, da quando abbiamo iniziato il nostro cammino insieme, si sono moltiplicati raggiungendo ieri cifra SETTE!
Grazie 'more, che sai camuffare egregiamente la tentazione di guardarmeli con aria di schifo!