«Che
tempi... Che costumi!» esclamava sconsolato Cicerone
deplorando il dilagare di mode che con le auree virtù antiche non
avevano più nulla a che spartire. Viene da chiedersi con chissà
quali interiezioni il celebre oratore romano bollerebbe le
stravaganze del XXI secolo...
Forse
a forza di vivere in simbiosi con le mie pulciose pergamene mi si è
incartapecorito lo spirito ed inizio ad accusare i primi sintomi di
cainotofobia,
cioè la fobia del nuovo, considerata dagli esperti il vero
spauracchio dei trenta / quarantenni di oggi, sempre più timorosi di
non riuscire a stare al passo con le innovazioni sfornate a tutto
andare dalla società di oggi. E va bene che in epoca di crisi
bisogna avere spirito di iniziativa e sapersi inventare competenze e
professioni che soddisfino le esigenze di questo millennio, ma alcune
trovate non si possono sentire.
Un
esempio?
Per
ridurre il tasso di disoccupazione e contemporaneamente aumentare
l'affluenza di donatori alle banche del seme, in
Cina
hanno pensato di agevolare la triste pratica degli onanisti
dotando le cliniche per l'inseminazione assistita di donne che,
armate di guanti, camice, cuffietta (e ampollina in cui raccogliere
lo sperma nella mano libera), si occupano della masturbazione
maschile
per uno
stipendio mensile che si aggira sui 1200 Euro.
Requisiti
richiesti? Poca verecondia, un discreto pelo sullo stomaco e,
ça
va sans dire,
un'ottima manualità.
Sono
lontani i tempi in cui l'infermierina tipo era impersonificata dalla
lentigginosa e sfigata Candy
della casa di Pony!
Ma
c'è poco da gridare allo scandalo. Se si pensa infatti che – è
notizia di questi giorni – il regista Lars
von Trier,
come terza ed ultima parte della sua “trilogia della depressione”
(dopo “Antichrist” e “Melancholia”), ha provocatoriamente
annunciato l'uscita del suo nuovo e controverso film “Nymphomaniac”
(la storia del viaggio erotico di una donna, dalla sua nascita fino
all'età di cinquant'anni) il
25 di dicembre
(uscita anticipata in questi giorni da esemplificative locandine
nelle quali le star protagoniste della pellicola – da Uma Thurman a
Willem Dafoe passando per Charlotte Gainsboug – simulano il culmine
dell'eccitazione sessuale), è proprio vero che non c'è più
religione!
Il
drammaturgo britannico Douglas
Jerrolds
sosteneva che «anche i mestieri più brutti hanno i loro lati
piacevoli: per esempio, se fossi un becchino o persino un boia, ci
sono alcune persone per le quali lavorerei con vero entusiasmo» (Wit
and Opinions of D.J.).
Non
possono dargli torto, dalla loro ottica, le innovative donzelle del
Sol Levante che, loro malgrado, esemplificano magistralmente la
massima del saggio poeta Manilio:
«Labor est etiam ipsa voluptas».
Eh
già: anche
il piacere può essere una fatica!